sabato 31 gennaio 2009

Anche io stento a crederci eppure mi hanno pubblicato un romanzo.























Anche io stento a crederci eppure mi hanno pubblicato un romanzo. In effetti ora che ci penso l’hanno fatto anche con “I miei primi 40 anni” di Marina Ripa di Meana quindi, non vedo perchè io no!?
Correte dunque in libreria il 4 febbraio e chiedete:


INSY LOAN
ALLA FINE DI QUESTO LIBRO LA MIA VITA SI AUTODISTRUGGERA'.

Rizzoli


Crudele (anche con se stesso) e un po’ frustrato perché si è già fatto tutti i maschi di Roma, Insy Loan racconta la sua odissea omosessuale che parte da una città di provincia per passare attraverso un padre poliziotto che lo convince a fare il servizio militare in polizia, per poi approdare a Roma, andandosi a schiantare contro il mondo dei locali, delle abitudini e dei vizi del mondo omosessuale. Come se non bastasse, trova rifugio in una specie di comune gay composta da attivisti politici e travestiti che danno amore a pagamento. Riuscirà anche a innamorarsi, vivendo una romanticissima storia d’amore con luna di miele a Barcellona e che gli darà il coraggio di fare il coming out con la madre.
Il tono è quello semiserio e autoironico delle pagine del suo ormai celebratissimo blog, da cui dispensa tutto il beneficio della sua saggezza quanto a moda e comportamenti. Questo libro demolirà tutti i vecchi pregiudizi sui gay, creandone di nuovi: per esempio, non è vero che sono lunatici perché hanno problemi ad accettarsi, anzi questa è un’ottima scusa per giustificare ogni cosa; non è vero che hanno più cultura degli etero: la loro lettura preferita sono le etichette per sapere a quanti gradi lavare i vestiti. Ma soprattutto è il libro che – come dice il titolo – demolirà definitivamente l’esistenza dell’autore che, dopo la pubblicazione, sarà costretto a giustificare di persona tutto ciò che ha vissuto.


“In genere, la mia politica aziendale mi vieta di scopare con qualcuno la prima sera a meno che quello, l’indomani, non parta per la guerra.”

“Pasqua nel 2007 è caduta l’8 aprile. Lo so perché ormai rimorchio così raramente che l’avvenimento mi si imprime indelebilmente nel cervello.”

“Casa nostra è sempre un porto di mare dove entrano amanti, amici, amanti di amici, clienti e persino lesbiche.”

Se mi avessero dato un euro per ogni volta che ho detto “Questa volta è quello giusto”, a quest’ora il fidanzato me lo sarei potuto comprare.

giovedì 29 gennaio 2009

LE BALLE DI BOLLE


C’ho messo un bel po’ ma alla fine credo di aver capito: deve essere la particella di sodio dell’acqua Lete. Ecco cos’è Roberto Bolle dopo aver smentito di essere ghei perché, se non è finocchio non vorrà mica farmi credere che è etero!?
Insomma il fatto è questo: qualche tempo fa l’etual fa un’intervista alla rivista francese Numerò (ndr: una rivista talmente patinata che appena la sfogli se sei etero inizi a guardare il culo dei maschi e se sei ghei prenoti l’operazione per la riconversione sessuale) in cui dichiara di essere felicemente omosessuale e che essere dichiarati in Italia è pesante per colpa della presenza della solita chiesa la quale insieme ai servizi segreti deviati ha tutte le colpe compresa l’estinzione del panda gigante e la cellulite.
Ovviante, siccome non è che viviamo nel medioevo per cui le notizie tra una nazione e l’altra non arrivavano se non dopo anni, dopo 5 minuti tutto il mondo sapeva che Bolle ballava anche su altri tipi di punte.
Benché quindi non fosse un minatore della valle del Rodano, eravamo tutti contenti che un personaggio di tal lustro e fama mondiale dichiarasse serenamente la sua omosessualità, affermazione non obbligatoria ma gradita.
E invece arriva subito la smentita del suo enturag.
“nun se semo capiti”, dichiara. Dice che il problema è stato la lingua francese di cui non è pienamente padrone il povero Bolle.
Ora io non so come si dica in francese “mi piace il c***o”, ma essendo una lingua neolatina, mi rimane difficile pensare sia molto distante dalla versione italiana.
Personalmente trovo tristi smentite di questo tipo perché ci vedo sempre sotto una malcelata “vergogna” per quel che si è. Io non ho mai sentito ad esempio un ebreo rinnegare la propria ascendenza. Di certo io non sono di quelli che impone l’autig a tutti i costi ma sono convinto siano ben altre le cose di cui vergognarsi e nell’ottica di una politica di rivendicazioni dei diritti e di una “normalizzazione” dell’immagine dei ghei, la sua rivelazione avrebbe portato acqua alla causa. Certo non è che parliamo di uno che fa un lavoro poi tanto etero, nella danza sono finocchie anche le barre per gli esercizi ma meglio di niente.
Quindi mi chiedo cosa temesse il povero Bolle visto che scossoni alla carriera è difficile ne abbia dato che ha turné programmate fino al 2050, data in cui potrà ballare solo sulla sedia a rotelle. Quindi tutta la faccenda a questo punto assume dei toni patetici e lui una gran figura non ce la fa di certo. A questo punto perché Povia non si porta Roberto a San Remo facendolo ballare vestito da minatore e cambiando il titolo della sua canzone in “Bolle era ghei”?

martedì 27 gennaio 2009

CONTRO TUTTI GLI OLOCAUSTI.





Dio è sempre dalla parte dei perseguitati e, semmai, il perseguitato dovesse diventare a sua volta persecutore, Dio mostrerà la sua benevolenza con il nuovo perseguitato. E' uno dei passaggi della Bibbia che più mi colpisce.
Le Scritture infatti sono anche capaci di esprimere concetti così potenti e densi di sublime senso della pietà. Oggi è il giorno della Memoria dell’olocausto. Di tutti gli olocausti. Perché tutti siamo ebrei, omosessuali, zingari, dissidenti, malati di mente, testimoni di Geova come, in un secondo, sempre tutti noi possiamo trasformarci in nazisti, fascisti, terroristi, aguzzini. E che ci si imprima bene nella mente che il confine tra l'uno e l'altro gruppo può ribaltarsi in un istante. In ogni momento.
E che Dio abbia pietà di quanti, anche internamente alla sua chiesa, bestemmiano la sua parola comportandosi come se questo concetto non fosse la sua parola.

lunedì 26 gennaio 2009

I 10 FILM PIù GHEI DELLA STORIA (inclusa la mia comunione)




Il lunedì lo dedico solitamente a giurare sulla tomba dei miei avi di non ripetere mai più le sciagurati azioni che compio solitamente durante il fine settimana. L’operazione mi prende all’incirca 4 secondi dopo di che mi butto nella mia personale rassegna stampa che contempla ovviamente testate come la “Rivista delle scienze”, “I quaderni di critica filosofica comparata” e “de Indipendent” il quale ha appena pubblicato una lista dei 10 film ghei migliori secondo Fil Enscner che non ho la più pallida idea di chi sia ma scommetto che se frughi bene nell’armadietto del suo bagno, una litrata di lubrificante ce lo trovi di sicuro.
Insomma grazie a Milc il cinema a tematica ricchia torna di nuovo alla ribalta dopo la storia d’amore tra le 2 fanciulle del uest raccontata a Ang Le.
Ed è infatti Brocben Montein il primo della lista (che non ho capito se significa quindi che è il preferito dal giornalista o ha redatto la lista a casaccio). Ora lo si che il cielo si squarcerà ed una saetta fucsia scagliata dal dio dei ghei mi colpirà in pieno petto ma a me questo film non mi ha fatto impazzire. Vedere ‘sti 2 disperati doversi buttare tra montagne sperdute, dentro una tenda, al freddo come dei rifugiati per giocare al dottore e l’ammalato quando potevano tranquillamente rinchiudersi in un qualsiasi cesso di un Autogril come fanno migliaia di altri ghei velati m’ha messo un’infinita tristezza addosso.
Al secondo posto: Querelle de Brest' di Rainer Werner Fassbinder. Per darvi un’idea della leggerezza della trama mangiatevi uno sformato di peperoni, gorgonzola e cozze raccolte al molo di Napoli ed è fatta.
'Maurice' di Geims Aivori. A questo film sono legati I miei primi tormenti giovanili di finocchio in erba. Film meraviglioso, libro stupendo anche se un po’ troppo bon ton per la piega che poi ha preso la mia vita quando ho scoperto che l’amore non era fatto solo di pudiche carezze sul prato e letture dei dialoghi di Platone ma anche di “scusa, come hai detto che ti chiami?” una volta alzarti dal letto.
Segue: 'Il vizietto' di Edouard Molinaro. Da molti liquidato come la descrizione di una coppia da operetta, stereotipata e grottesca: in pratica un’istantanea spietatamente reale di molte coppie ghei.
Al quinto posto: 'Philadelphia' ovvero l’amore omosessuale al tempo dell’AIDS. Un film che lo vedi passando tutto il tempo con le mani aggrappate sul pacco (il tuo in questo caso) salvo poi farsi prendere da un attacco di ipocondria acuta per cui corri al primo centro analisi a farti anche il test per la salmonella.
Sesto: 'La mala educacion'. Travestiti, predi pedofili, ragazzini che si amano nei dormitori di un collegio. E’ sempre Almodovar vivido ed estremo che adoro incondizionatamente anche girasse uno spot elettorale per La Destra della Santanché.
Settimo: 'Celine e Julie vanno in barca’. Non so di cosa tratti ma dal titolo immagino sia un film di lesbiche che in tal coso dovrebbero entrare nella top ten dei film splatter.
All’ottavo: 'Ai cessi in taxi'. Ambientato in germania il protagonista, nonostante assomiglia a Rasputin, rimorchia ovunque, anche nella doccia solare. Siccome io invece per portarmene uno a casa gli devo minacciare di morte i 3 famigliari più cari, non posso che provare odio e invidia per questo personaggio.
Segue 'Morte a Venezia'. Visconti sarà pure stato un genio ma io mi ricordo solo inquadrature interminabili, silenzi, primi piani intensi e neppure un nudo integrale. Poi la storia di un vecchio sporcaccione che cerca di abbindolare un ragazzino che sembra una ragazzina getta inquietanti ombre prospettiche sulla mia vecchia che francamente cerco di ricacciare con tutto me stesso.
E finisce con 'Fire'. Qui non solo ci sono 2 lesbiche ma sono anche indiane quindi preferirei piuttosto rivedere il filmino della mia prima comunione quando per errore della sarta mi ritrovai un vestito da fraticello di 2 taglie più stretto e mi accostai al primo incontro con il Cristo in un abito ultrafasciante come Gessica Rabit .

sabato 24 gennaio 2009

L'OMOSESSUALITA' NON E' UN RAFFREDDORE!





















scusate ma non ho tempo per scrivere più diffusamente su questo argomento dato che, leggendo quanto segue sul sito dell'arcigay di brescia segnalatomi da un amico di FB, le mie palle sono cadute a terra e sono finite dietro la lavatrice ed ora mi tocca recuperarle.
Avrei voluto scrivere di Milc, il capolavoro di Ga Van Sant e cercavo una chiave per introdurre la mia idea del film. Non mi sono dovuto sforzare molto. State per leggere infatti una delle cause principali che stava alla base dell'impegno politico di Arvei Milc e che 30 anni fa spinse la base civile e alcuni politici a combattere fino alla morte pur di vincere pregiudizi violenti e tentativi di eliminare inalienabili diritti umani ma che, sciagurati noi, sono ancora così attuali per noi in questa nostra misera Italia che mette subret scollacciate appena scese da calendari da officina alla guida di ministeri, che crede che una coppia ghei renda sterile una etero e che va a braccetto con una chiesa che tollera gruppi di fanatici convinti che una scalata in montagna faccia recuperare l'eterosessualità ai finocchi.
Altro che film su Milc, la nostra situazione politica sembra la sceneggiatura di un pessimo b muvi di fantasicenza degli anni '50.



Piazza Vittoria
a Brescia
MANIFESTAZIONE DI PROTESTA
NAZIONALE
NON GUARIRETE MAI!
L'Arcigay di Brescia protesta per l’organizzazione nella nostra città di un ciclo di 19 incontri del gruppo LOT finalizzati a guarire gli omosessuali, ospitato presso una struttura della Diocesi di Brescia.
Protestiamo per ribadire l’assurdità e la pericolosità di teorie pseudo scientifiche promosse da ciarlatani e ampiamente stigmatizzate da eminenti medici psichiatri e psicoterapeuti e sconfessate dall’ordine nazionale degli psicologi.

Invito tutti i ghei e tutte le persone di buona volontà ad aderire alla manifestazione di protesta.
Io sono troppo preso a recuperare gli orpelli della mia timida virilità.

http://www.arcigaybrescia.it/
http://www.gruppolot.it/

venerdì 23 gennaio 2009

David contro Oscar















Sto preparando un battuto speciale a base di polvere di caffè, guaranà, metanfetamine e ‘nuja calabrese per tenermi sveglio il prossimo 22 febbraio in concomitanza della consegna degli oscar (anche se non ho ancora deciso se mi convenga di più restare alzato la notte precedente o caricare la sveglia ad un orario assurdo, di quelli ad una cifra, al quale non credo di essermi levato mai).
A me il cinema piace anche se non sono di quelli che ti descrivono un film parlandoti di piani sequenza o metodo strasberghiano: un film o mi piace o m’ha fatto schifo. Il motivo reale però di tanto sacrificio è che a presentare la serata sarà Iug Gecman che ricordiamo essere quell’attore che semmai decidesse di darsi al porno sarebbe la causa principale di migliaia di morti nella comunità ghei per eccesso di masturbazione.
In più, diciamocelo, la cerimonia degli oscar è sempre un gran bello spettacolo, soprattutto per quanti, in una notte di aprile, ad orari in cui solitamente mediaset manda a nastro le vendite di mediasciopping e la rai le lezioni per prendere la laurea in fisica nucleare per corrispondenza, si sono imbattuti per errore nella premiazione dei David di Donatello: una delle cerimonie più avvilenti dopo la consegna dei diplomi per sarte a Cabul organizzate dalle associazioni internazionali per lo sviluppo del lavoro femminile nelle aree depresse del mondo.
Ah, (ndr: è un sospiro. Lo specifico perché non so mai come si scrive e temo sempre uno la legga come mezza risata) quella sfilata di stelle ollivudiane su un tappeto di mochet rossa lungo come il percorso di una maratona con tanto di punti ristoro a base di Gatoreid ogni 3 chilometri: è una goduria per gli occhi. Dive del calibro di Nicol Chidman (con la sua cartucciera di fiale al butulino che si spara per darsi una rinfrescata nel bagno delle donne durante un brec pubblicitario) o Angelina Gioli (che prima di scendere dalla limusin ha ancora il tempo per adottare un altro terzomondista-vedi asterisco a fine articolo) sono tutt’altra cosa rispetto a vedere le omologhi italiane che si presentano al ritiro del premio vestite manco fossero scese di corsa, così come stavano, per comprare al volo il pangrattato necessario per cucinare il polpettone per la cena.
E poi la locascion. Los Angeles, il sole della California, il Codac Tiater: 300mila posti, un palco che tra che lo attraversi da parte a parte ti iniziano a spuntare i primi capelli bianchi, le performans di mega stelle della musica, della danza e dell’intrattenimento fanno perdonare quelle 8 ore di schianto sul divano che quando poi ti alzi ti ritrovi un culo buono solo da usare al posto dell’asse da stiro.
Invece il David? All’auditirium di via della Conciliazione, accanto al Vaticano. Un edificio austero che ricorda il palazzo di giustizia di Milano e che appena lo vedi ti viene subito voglia di confessare anche l’omicidio Matteotti. Con attori e trup che salgono scazzati a ritirare il premio mentre il conduttore si incarta goffamente visto che le mani sono solo 2 e lui deve gestire: il foglietto con su scritto a penna la scaletta, un microfono a filo che orma non usano più neppure i preti in chiesa per le omelie e in più sto cacatone dorato con base in marmo verde che se per errore gli cade a terra rispunta nel bel mezzo dell’oceano Indiano.
Ricordo ancora la fintissima ma adorabile emozione di Giulia Robers vestita da valentino, in una taglia inprecisata compresa tra la 20 e la 21 frutto di mesi di palestra, salti dei pasti e vomiti convulsi ritirare la statuetta alternando ringraziamenti, lacrime e sorrisi. E noi? Mediamente quando una delle nostre star sale per ritirare il David ha l’espressione felice di chi per turnazione familiare è costretto la notte di capodanno a badare al nonno scorticato dall’alzaimer e affetto da incontinenza senile.
E poi il premio: l’Oscar, che eleganza. Una figura stilizzata in pura art decò non come quella cosa orrenda che pare una statuina che trovi sulle bancarelle a piazza della signoria insieme ai sottopiatti con gli affreschi della Sistina con su scritto “in Italia sono andato e un pensiero t’ho riportato”.
Insomma, per chi fosse interessato, io il 22 notte (o come dicevo il 23, ma molto presto) mi piazzo davanti al televisore.
Chi viene? (dite che è davvero tanto patetico come tentativo per adescare qualcuno?)


*
intercettazione telefonica tra Angelina e il suo procuratore mentre è bloccata nella limusin la sera della consegna degli Oscar.

Angelina: "senti sono bloccata ancora in questa cazzo di macchina...
quella stronza della Strip sta facendo un intervista fiume.
Già che ci sono non è che mi si è liberato cessò, un ragazzino cingalese. Ce l’ho già?! Ah, vero…Un somalo? Ce l’ha già Madonna! Mmhhh…
E come si chiamano invece quelli grossi...
maori?
ok
me ne procuri 2?
Cosa!? E’ una razza che ha il gene dell'obesità congenita?
ma sei matto?
no no.
Lascia perdere che quella stronza ha fatto con i giornalisti e ora devo scendere"
Clic.

mercoledì 21 gennaio 2009

QUANDO I CRETINI FANNO PO PO PO VIA



Ho una mamma troppo affettuosa? Mah la mia qualche tempo fa chiamandola al telefono mi ha chiesto chi fossi e presentandomi mi ha risposto: “Alessandro chi?”
Forse un padre distratti e poco presente, allora. Mhh, il mio mi portava a scuola, agli allenamenti, mi faceva la doccia, mi rivestiva, e una volta alle medie ha pure tentato di scrivermi lui un tema (apprezzabile ma presi un 3 secco e da allora, almeno questo ha smesso di farlo).
Ah, ecco! Ci sono! Genitori separati! Ecco perché sono ghei. Peccato che i miei abbiano deciso di farlo quando avevo 27 anni e a quel tempo per aiutarmi nel conto dei maschi con cui avevo avuto commercio avevo già adottato la soluzione di togliere tre zeri alla cifra finale.
Eppure per Povia sono questi gli indicatori certi della frociaggine di un ragazzo. Pare quindi che a San Remo dovremo sorbirci questa canzone che sembra essere a questo punto una pagina stampata di un prontuario medico con tanto di sintomi e cura.
Scagliarsi contro l’infondatezza delle cause descritte nel abuggiardino che Povia userà come spartito è davvero tempo perso mentre mi interessa di più parlare dell’atteggiamento dei selezionatori dei brani a San Remo i quali hanno capito che per fare ascolto o ingaggiano il Dalai Lama come valletta per sistemare l’asta dei cantanti o porti una canzone scomoda e siccome certi argomenti non si toccano (gli ebrei solo se li nomini ti lanciano un mazzo di razzi Catiuscia sulla città dei fiori, se solo ti azzardi a nominare la parola immigrato fai scoppiare la bolla di moccio che esce dalle sonnecchianti narici dei deputati di sinistra che ti fanno una manifestazione con un milione di persone, senza contare altri temi come religione, aborto, o eutanasia) ecco allora l’agomento perfetto che fa chiacchierare senza causare reazioni.
In sostanza ‘sto Povia dice che ghei non si nasce ma si diventa e si può curare con l’incontro con una donna che lo guarisca (mo lui c’ha messo 2 rime baciate e 3 ritornelli ma il succo questo è).
Insomma, sono decenni che ormai scienziati un po’ più preparati di uno che va in giro con il codino come Fiorello ai tempi del Caraoche a cantare “quando i bambini fanno ooooo” hanno stabilito che l’omosessualità non è indotta e che non è affatto una deviazione né una malattia e raggiunto l’accordo politico internazionale secondo il quale divulgare invece opinioni contrastanti è causa di discriminazione, mi chiedo: ma possibile che nessuno piuttosto lo inviti a cercarsi un nome serio e un lavoro vero?

martedì 20 gennaio 2009

SU FEISBUC.



















dopo aver cancellato per errore (se così si può chiamare l'ostinato convincimento di poter scaricare delle foto completamente fatto alle 8 del mattino di ritorno dalla discoteca a capodanno) tutte le foto degli ultimi 5 anni dalla mia libreria le sole che mi sono rimaste, pronte a testimoniare non solo che realmente ho viaggiato in certi posti ma anche che davvero mi sono ridotto in certi, miserevoli modi, sono quelle che per fortuna ho messo sul mio Feisbuc. Quindi da oggi, se vorrete, basterà cercare ALESSANDRO MICHETTI, chiedermi l'amicizia (che tranne a Bin Laden e a Mara Carfagna, poi do incondizionatamente a tutti) e potremo farci reciprocamente gli affari gli uni degli altri, ancora di più.
Baci
INSY

lunedì 19 gennaio 2009

lasciando dublino


ultime istantanee da Dublino.

venerdi' sera scendiamo al quarto piano dove un amico di Barflai stava facendo una festa. Gli invitati lavorano quasi tutti da Gugl che ha qui una delle sue sedi principali. eta' media 24 anni. stipendio medio: 2500 euro solo appena entri in azienda. quindi non solo ero il piu' vecchio dell'appartamento ma anche il piu' povero.

Anche questa volta come a Barcellona ad agosto il bancomat non mi funziona. Domani vado in banca e gli chiedo cosa intendono per abilitazione internazionale se appena esco dall'italia 'sta tesserina e' a malapena buona per tagliare cocaina.

Sabato sera al Dragon: Il locale e' fantastico ma il pubblico e' di quelli che sono un balsamo per l'autostima: anche se sei il nuovo campione mondiale di mangiata di ot dog, se ti sei vestito al buio e hai un artrite deformante al viso, comunque risulti tra i piu' carini della dens flor. E per fortuna che lo danno come il locale "giusto" del sabato sera!

sabato 17 gennaio 2009

DA DUBLINO



qualche istantanea:

I miei amici che mi ospitano abitano in un appartamento tutto di vetro al quinto piano di un palazzo che fa molto Uol Strit di Oliver Ston. Ieri sera ballando e bevendo in mutande, cosa che sarebbe gia' una scena patetica se avessi 16 anni, figuriamoci cn 20 anni di piu', guardo sotto e vedo che una coppia si era fermata per guardarmi. Una volta sceso ho trovato 20 centesimi sul ciglio della strada dove si erano fermati ed un biglietto con su scritto "grazie, pensavamo di avere una vita triste ma grazie a te ci siamo riconsolati".



Devo dire che qui i saldi sono veri saldi: dal 50 al 70 per cento e non come da noi che te li fanno del venti. io quelli li chiamo sconti tutt'al piu'. Acquisti fatti: un indispensabile polo bianca (le altre due che avevo nel guardaroba si sentivano sole quindi gli ho comprato un compagno nuovo) e un cappello fantastico stile borsalino con piuma di poiana rossa a soli 7 euro. arrivati in cassa il commesso mi spiega che posso avere un altro cappello gratis visto che e' un due per tre ma ho rinunciato. non avrei risalito i 4 piani di scale a piedi (perche' i reparti uomino devono stare sempre sui cucuzzoli delle montagne!?) neppure se con il cappello mi avessero regalato una gang band con la nazionale irlandese di regbisti.

il tempo alla fine non e' freddo ma e' pur vero che con quello che ho bevuto ieri sera mi sarei potuto anche sdraiare nudo sul pac artico a guardare le stelle e avrei detto "pero', che clima temperato!".

martedì 13 gennaio 2009

GFvsXF

Vi è mai capitato di dover scegliere tra due proposte entrambe allettanti? A me mai. Per questo ieri sera ho rischiato di storcermi gli occhi pur di seguire sia X facror che il grande fratello contemporaneamente. Certo, non che poi qualcuno sia venuto a stringermi la mano visto che con meno impegno i coniugi Curì scoprirono i raggi X ma sono soddisfatto di me.
Ecco allora un confronto schizzofrenico delle due prime puntate di questi programmi.


La conduzione.

La Marcuzi è una secchiona e si vede. E’ precisa, perfetta, ma sembra aver avuto un frontale con la palla stroboscopica dell’Olllivud di Milano.
Su rai due intanto c’è Simona Ventura che, nonostante raccomandato numero uno della tv italiana d-gei Francesco, è comunque lei che dirige i giochi. Ringraziando il cielo l’ANAS ha vinto la causa contro la ventura e quindi è stata costretta eliminare quel punto d’arancione tornato prerogativa degli operai dell’azienda autostradale ed ha optato per un più mite biondo funestato comunque da 12 chili estenscion e alleggerito tutto da un trucco stile cabuchi giapponese.

Parliamo di boni.
Diciamo che il GF non è famosissimo per aver partorito personaggi particolarmente brillanti quindi se non fanno entrare neppure un minimo sindacale di boni/e che si facciano la doccia almeno 2 volte al giorno tanto vale affittarsi un poro sui canali ot di scai.
Ecco perché segnalo da subito su tutti Alberto, 32, ormeggiatore di Genova. Stamattina alle 10 era già in costume da bagno che si tuffava in piscina ma stranamente ero io ad essere bagnato.
Essendo invece XF un talent scio possono permettersi di arruolare anche dei cantanti come Daniele Magro che per ironia della sorte invece è la versione in carne di Chelli Osborn e ha la virilità di Gessica Rabit.
Il circo Barnum.
Anche in questa categoria vince decisamente il grande fratello con il primo caso di bambola gonfiabile che respira. Sembra una ragazza come le altre se non fosse per una naturalissima sesta di seno che la porterà tra 10 anni ad uno schiacciamento delle vertebre. Come non bastasse è di quelle ragazze sveglie che per distinguere la destra dalla sinistra ha avvolto una cima da nave rossa intorno ad uno dei 2 capezzoli.

La Casa di Poni.
Pare che all’ultimo abbiano dato buca Chendi Chendi, Remi e Lovli Sara. Per questo gli autori del GF alla fine hanno ripiegato su altri concorrenti che avessero le loro stesse esperienze di vita. 5 concorrenti su 14 infatti sono orfani di padre, o abusati dagli stessi se non del tutto abbandonati.

Italia-Spagna: 1-0
I cugini spagnoli quest’anno pensavano di aver fatto il colpaccio facendo entrare in casa una nana che balla la danza del ventre e della quale io mi sono immediatamente iscritto al gruppo su Feis Buc ma, ieri sera c’è stata la rimonta dell’Italia infatti chi ti facciamo entrare? Un cieco! Di quelli che davvero non vedono!
Entrerà però solo tra una settimana dal momento che si è gia perso la strada.

Battuta che vale una vita.
Signorini, che ormai te lo ritrovi a commentare anche le cerimonie di prima comunione alla parrocchia del Cristo Redentore di Ciarnusco sul Naviglio, dice subito dopo la presentazione del concorrente cieco: "è un'operazione che schiaccia l'occhio all'audience".

Come vivere senza?
In effetti il confronto qui andrebbe fatto piuttosto con Amici che però parte solo domani ma come non segnalare il ritorno di Luca Tommasini che da quest’anno è coreografo, art director, musa e puntaspilli vivente delle sarte dello studio di X Factor? Si vede che da 20 anni cura le performans di grandi star internazionali come Madonna, Caili, e Giorgia. Infatti che ti fa sto geniaccio? Prepara delle coreografie che sono le sue solite da sempre e siccome siamo a X facrtor, fa vestire i ballerini come mimi in stile Marsel Marsò con un’enorme X sul costume che riuscirebbe a vedere anche il concorrente cieco del GF. Geniale e per niente didascalico.
Siccome poi lui è gemello di sangue di tutto lo star sistem internazionale la Ventura, cugina povera gli fa: “ma quando torna Robi willians ad esibirsi? Lui, che fa il ballerino fa mica lavora alla Farnesina, risponde: quando esce dalla clinica.

Scusa, come hai detto che ti chiami?

Ad XF. la Maionchi quest’anno sponsorizza i gruppi. Tra questi segnalo i bastard son of Dionisio, che uno si aspetta di vedere la setta di Ciarls Menson appena uscita dal carcere invece arrivano tre vestiti come gli gnomi della loacher che se guardi bene nelle mutande ancora non hanno neppure i testicoli scesi. Come se suor paola decidesse di farsi chiamare Cortnei Lov. In 2 minuti di brano sono riusciti a tenere l’intonazione per non più di 7 secondi e dj Francesco non crede possibile ci sia qualcuno che canta peggio di lui.

Quanto siamo buoni noi italiani.
Siccome l’orfanotrofio non era ancora abbastanza commovente, entra nella casa Ferdi Beriscia 21 anni di origini rom. venuto con il gommone costretto dal padre a rubare si ribella, lavora e studia in più, te lo faresti pure visto che è caruccetto. Dice che Moccia si sta ancora mangiando un calzino perché aveva rifiutato di scrivere una sceneggiatura sulla sua vita giudicandola troppo inverosimile.

I primi eliminati.
Mi devo dare un pizzico perché quello che vedo in tv a un certo punto mi sembra la processione degli elfi del signore degli anelli che cantano a cappella una canzone dei Blu mentre i soliti 2 ballerini sempre vestiti con una X gli fanno il gioco dei mimi accanto. Sono i Sinacria Sinfoni oltre ad essere i primi eliminati adesso possono finalmente tornare a cantare Enia nella terra di mezzo.

Vecchio tua sorella!

Matteo canta bene ma è vestito come un cameriere di sala di una crociera Costa e per svecchiarlo Morgan gli fa cantare una canzone dei tempi dell’età del fuoco che manco la Montalcini ricorda. Ha appena 37 anni ma quel deficiente di dj Francesco gli dice che potrebbe essere la sua ultima possibilità per sfondare e lo tratta come fosse uscito dall’ospizio per passare un fine settimana con i parenti.

Non trovo una collocazione discografica.
A XF approdano i Fairias un gruppo di fratelli della pampas che sono la risposta triste ai gipsi ching. Mo la Miochi mi deve dire dove li deve piazzare ‘sti 4 disgraziati con i capelli lunghi e piastrati? A piazza Navona suonando zufoli andini con i poncio multicolor?

domenica 11 gennaio 2009

FACCIA AL MURO.





















La sola cosa che mi consola e che quelle 13 creature non cresceranno con ulteriori traumi. E’ già dura infatti essere battezzati per mano di questo papa ma oltre a questo patire anche la tortura di vederlo in faccia è davvero una cosa che grida risoluzione internazionale dell’Unicef.
A quanto pare infatti il SP (che io, per eccesso di clemenza, intendo per Santo Padre anche se sarebbe un acronimo perfetto per almeno una quindicina di insulti molto più appropriati) ha celebrato il battesimo di alcuni infanti secondo l’antico rito pre-concilio che vuole il celebrante spalle all’”ecclesia” e rivolto verso l’altare, tanto per ribadire ancora una volta la linea politica di questo papato ormai apertamente reazionario.
Certo che è davvero cattiveria mostrare al proprio Principale
quella faccia che sembra più che altro un brutto effetto speciale di Stivaletti senza contare che per insulti del genere in un’azienda normale si rischierebbe il licenziamento in tronco. Ma hai visto mai che Dio guardandolo in viso non si renda davvero conto di chi ha messo come amministratore delegato della Chiesa S.p.A. e decida di dargli il ben servito?

giovedì 8 gennaio 2009

VADO A FUOCO!!!






Consegna dei regali di natale. Nonostante si stia tra amici, non posso non temere il rischio di scene imbarazzanti visto che lo scorso anno la coppia da operetta, composta dal costumista quasi affermato e il suo disfunzionale compagno Barflai, avevano regalato ad alcuni di noi costumi da renne e babbi natale sado maso con tanto di palla rossa ottura-bocca e frustini da dominatrix.
Arriva il mio momento e dalla loro sacca dei doni esce il mio regalo: un calendario!
Regalo graditissimo visto che ormai il precedente, con quel defibrillatore umano caricato al massimo di David Gandi, purtroppo ha fatto il suo tempo. In effetti un po’ mi spiace dover smontare dalla parete del bagno antistante la tazza quel capolavoro che mostrava a mesi alterni il modello inglese una volta nudo e l’altra spogliato e in grado di rendere più piacevoli anche gli attacchi di colica più lancinanti.
A un primo sguardo, mi sembra un degno sostituto visto che si tratta del calendario dei vigili del fuoco irlandesi. In effetti il pompiere che da il benvenuto dalla copertina sembra pronto ad accendere piuttosto che spegnere ardenti bollori. Sembra un attore porno ghei : tuaggi anche sui lobi delle orecchie, più muscoli della nazionale rumena di ginnastica artistica e un espressione di chi è stato buttato sin da neonato nella tana delle tigri ad allenarsi insieme a Taigher Men.
Già mi prefiguro questa sporca dozzina di boni appiccati nel cesso causare ingorghi di finocchi in fila come i devoti della madonna del Carmelo davanti al santuario quando inizio a sfogliare meglio il calendario. Conoscete il detto: mai giudicare un libro dalla copertina?
Diciamo che a nessuno piace tornare a lavoro dopo le vacanze di natale ma se l’alternativa è restare in casa con Gionatan Doran, pompiere di gennaio, ti risulta più piacevole anche il tuo lavoro di derattizzatore nelle fogne di Napoli. Un fisico forgiato nello slaim e un’espressione erotica come l’angelus del santo padre la domenica mattina. Come non bastasse, siccome ormai se non sei nudo neppure più Frate Indovino ti fa fare il calendario (pare infatti che quest’anno il prelato si sia adattato e abbia realizzato12 scatti da scomunica), questo poverello te lo hanno messo anche a torso nudo e sembra quindi un calendario dell’Unicef dove ti mostrano gli effetti della malaria nelle aree depresse del globo.
Attraversando altri mesi funestati da altrettanta carestia non posso che chiedermi: se questi sono davvero il meglio che il dipartimento dei vigili del fuoco irlandese può proporre è un miracolo che la gente non preferisca farsi ardere dalle fiamme piuttosto che essere salvati da loro.
Sfoglia, sfoglia, arrivo a giugno. Carl Uilso, è li con il suo baschetto giallo e ascia bipenne che mi sorride ammiccando con i suoi occhi soffocati dall’adipe delle guance gonfiate a suon di luppolo fermentato.
“Amo, guarda bene che c’è scritto sul bicipite!”, mi fa Scrappy, il costumista quasi affermato. “Tu Insy, lot of lov!! Carl!”.
Una dedica!?
Siccome questa coppia di disadattati amici mie si sono trasferiti a vivere a Dublino, distanza minima garantita per permearci di vivere un po’ più serenamente, sono andati nella caserma dei vigili del fuoco dublinesi e, millantandomi come tipica femmina italiana, calda, vogliosa, con tanto di baffi e alito al sapore d’aglio, hanno chiesto ad alcuni di loro di autografare le foto per la loro amica. Ditemi se questa non è vera e propria perversione? Anche Dilan, dal caldo agosto, mi manda i suoi auguri invitandomi a raggiungerlo senza sapere, il povero turlupinato, che io il 16 vado a Dublino davvero ed essendo lui uno dei pochi che si salvano, ed essendo io uno a cui se fai una promessa poi la devi mantenere, gli ci vorranno tutti i suoi compagni per liberarsi dalla mia morsa tanto erotica quanto letale.

sabato 3 gennaio 2009

CAPODANNO, FINE DI UNA PASSATO.

Ci sono una miriade di cose che si possono fare alle 7 del mattino quando si rincasa dopo aver passato il capodanno dopo aver bevuto ininterrottamente dalle 8 di sera e quasi ininterrottamente ballato e cercato amici e conoscenti per tre piani di discoteca.
Una potrebbe essere: dormire. In alternativa, fare colazione e dormire oppure farsi una bella doccia e poi, dormire.
Io no!
Rientrando barcollando manco stessi in pedi al centro della pedana di un tagatà, decido di scaricare le foto fatte quella sera, quella mattina, boh, chi ha ma capito come definire ‘sto lasso di tempo a cavallo di 2 giorni…
Apro il computer attacco il cavo alla macchinetta e scarico un numero di foto talmente alto che sembrano fotogrammi, quindi se le scorri velocemente vale quanto vedere un filmato.
Insomma per farla breve: pregevoli scatti di me che sorrido abbracciato a chiunque con lo sguardo annacquato come un acquario con tanto di pesci rossi che nuotano in una vasca di gin tonic, io che molesto delle amiche afferrandogli le tette, i go go boi di Mucca che hanno muscoli anche sui lobi delle orecchie e le foto fatte nei cessi a quelli piegati in 2 mentre vomitano alluvioni di acol, sono stati cancellati d’un colpo per un’operazione che persino oggi (ancora sotto scioc) , non riesco a capire. Credo che lo stato di pre-coma etilico potrebbe esserne la causa principale, ma non vorrei come al solito dare colpa all’alcol come in genere faccio quando bacio la gente sbagliata.
Passi quindi che del capodanno del 2008 non ne resterà che vaghissimi sprazzi di memoria ma quando poi sono andato a controllare le altre foto mi sono accoro che, per la stessa misteriosa operazione, ho fatto fuori tutte le librerie di 5 anni di foto.
Di fronte a questa consapevolezza sono rimasto imbambolato fissando il vuoto (ovvero me allo specchio) chiedendomi se fosse da intendersi come un chiaro segno del destino che mi anticipava un anno piuttosto funesto, senza ormai più neppure uu passato da ricordare e mostrare.
Un mio amico saggio mi ha detto che forse devo intenderlo come un taglio drastico con il passato e fino a qui ci posso stare ma, cazzo, le vacanze, le feste, i malcapitati con cui sono stato e che solo prove inoppugnabili come i nostri baci immortalati potevano testimoniare…tutti spariti, cancellati.
Ho persino ipotizzati di riscattare quelle foto negli stessi luoghi e con le stesse persone ma molti dei primi non esistono più (vi ho mai detto che ero sul Titanic quella sera?) e moltissimi dei secondi, piuttosto che farsi rifare una foto con me, preferirebbero essere sventrati in uno snaff muvi.
Ad ogni modo se avete belle foto di feste, compleanni, vacanze e gite varie e volete mandarmele le metterò con piacere nella mia nuova libreria spacciandole per mie e vivendo dei vostri ricordi.